Il trauma psicologico … forse non tutti sanno che …

forse non tutti sanno che …

alle volte, le esperienze della nostra vita ci portano ad emozioni molto intense che possono essere difficili da gestire.
E, se lo stress è troppo grande, si crea nel cervello una stasi neurobiologica, che impedisce l’elaborazione
delle emozioni e delle sensazioni corporee.
Non sempre, ma spesso, questo blocco permane nel cervello oltre la conclusione dell’esperienza, e tali emozioni e sensazioni fisiche possono
riattivarsi in situazioni simili a quella sperimentata.
In tali casi si parla di esperienza traumatica che spesso noi tendiamo a banalizzare dicendo “è passato”, e questo è vero,
l’evento è effettivamente passato, e magari risale a tanto tempo prima, ma l’attivazione emotiva e fisica legata a quell’impatto esperienziale
è ancora presente dentro di noi e si ripresenta anche se non ci pensiamo, anzi, spesso non lo ricordiamo nemmeno.
La risposta all’esperienza traumatica è, prima di tutto, un’esperienza emotivo-corporea.

Il trauma psicologico è un’esperienza ad alto impatto emotivo che, se non elaborato, può creare un carico disfunzionale nel cervello e rendere la persona, più fragile e condizionata rispetto altre difficoltà.

Possono essere situazioni traumatiche :

gravi incidenti, terremoti, violenze sessuali, minacce di morte, episodi di bullismo, lutti improvvisi e gravi, e/o situazioni che hanno un impatto tale da provocare conseguenze importanti :

separazione e/o divorzio, mobbing, stalking, condizioni protratte di abuso psicologico, o incuria psicologica, l’incapacità delle figure genitoriali di sintonizzarsi emotivamente con i bisogni del figlio, perdita del posto di lavoro, ecc.

 

Spesso, nonostante il passare del tempo, il trauma rimane presente, memorizzato a livello sensoriale.

Il trauma attiva arcaici meccanismi di difesa e il corpo continua a restare in allerta, carico di risposte emotive intense che riemergono ogni volta che qualcosa intorno riattiva, con un semplice stimolo, l’evento passato, poichè rimangono attivate le normali reazioni biologiche al pericolo anche dopo l’evento traumatico,

che si possono manifestare con:

rabbia e aggressività verso gli altri o verso di sè, autolesionismo, comportamenti suicidari, anoressia che sono atteggiamenti di attacco,

dipendenze di vario tipo, sesso, droga, alcool, fumo, alimentazione, bulimia, pensieri ossessivi, rimurgini, quindi atteggiamenti di fuga,

attacchi d’ansia, panico, agorafobia, inibizione, congelamento, tendenza all’ immobilismo, quindi atteggiamenti di blocco,

chiedere sempre aiuto agli altri, piangere, disperarsi, lamentarsi, angoscia, quindi atteggiamenti di attaccamento,

depressione, svenimenti, ottundimento, depressione cronica, catatonia, narcolessia, tendenza alla sottomissione, quindi atteggiamenti di resa.

Il supporto psicologico può essere determinante.

La psicoterapia dei traumi è orientata a ridurre e/o a eliminare i sintomi post-traumatici,

 

rassicurando con psicoeducazione e  riattivando le risorse personali,

elaborando il ricordo traumatico, lasciandolo nel passato,

ripristinando la padronanza e la sicurezza nella vita quotidiana.

Anche il corpo ha molto da dire

l’obiettivo di questo incontro è:

  • notare come ogni corpo presenti una conformazione, una postura, un atteggiamento diverso.
  • comprenderne il motivo e la funzione nella vita e nelle relazioni.
  • acquisire una maggior consapevolezza dell’interazione tra cervello, corpo e situazioni.
  • sapere che utilizzando delle competenze fisiche, cioè delle risorse somatiche, si può accedere a un maggior benessere fisico, psicologico, relazionale.

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